Archivio Storico dell'Antica Congregazione della Carità

L’archivio in questione è frutto di un’attività ininterrottamente proseguita nel corso di oltre 500 anni dalla Congregazione di Carità, divenuta poi Congregazione di San Filippo Neri, quindi IRAIA ed oggi ASP di Parma.

La Congregazione venne fondata nell’anno 1500 da un gruppo di notabili locali, riunito dal minore francescano Maria da Meda. Meglio organizzata ed orientata nelle sue attività da san Pietro Favre (a Parma nel 1539, un anno prima del formale riconoscimento della compagnia dei Gesuiti di cui era parte), dal XVI a tutto il XIX secolo la Congregazione gestì una serie di iniziative caritatevoli, soprattutto in ambito sanitario domiciliare, mettendo a frutto un vasto patrimonio di terre cumulato nei secoli attraverso lasciti e donazioni. Una realtà che ha operato in forma partecipata per quattro secoli, sperimentando con successo diverse forme di sostegno alle categorie più deboli della società, con azioni in campo economico, nel campo del welfare, in campo scientifico ed in campo ambientale, affrontando fasi di crisi e sostenendo così una crescita sostenibile e solidale della città e di diversi territori vicini e riuscendo anche da modello a livello nazionale.

La Carità rimase autonoma fino al 1904, quando divenne ente pubblico e fu ribattezzata “di San Filippo Neri”, continuando a gestire la sanità non ospedaliera a Parma nella prima metà del secolo.

Nel 1975 si fuse con l’istituto Mario Romanni, fin da fine Ottocento dedito all’assistenza agli anziani, che divenne il fine del nuovo ente sorto con la fusione, denominato IRAIA – Istituti Riuniti per Inabili e Anziani, sottoposto al Comune di Parma.

Nel 2007 IRAIA fu riformata dalla Regione Emilia-Romagna in ASP – Azienda di Servizi alla Persona, e unita alla fondazione Maria Pini per la cura dei disabili. Nel 2015 l’ente ha assunto valenza distrettuale con l’unificazione con l’Asp di Colorno San Mauro abate.

In questo lunghissimo lasso di tempo, la Congregazione e gli enti suoi diretti eredi hanno intrecciato relazioni con tutte le maggiori realtà del territorio, hanno gestito direttamente luoghi e servizi, hanno avviato attività anche innovative, hanno partecipato alla soluzione dei problemi maggiori che la comunità locale si è trovata di volta in volta ad affrontare.

Il suo archivio conserva traccia di tutto questo, con documenti significativi estesi ad un ampio arco temporale, che copre con continuità il periodo dagli anni ‘70 del Seicento a tutto il Novecento, ma con carte anche del XVI e qualche esemplare del XV secolo. Un patrimonio documentale che attiene a molti ambiti, quali:

• iniziative di carattere sociale a vantaggio di più categorie sociali, quali poveri, ammalati, ragazze nubili, carcerati, vedove, orfani, ecc.;

• la gestione di vaste terre in molte località del parmense, con ampio materiale inerente lo sviluppo dell’agricoltura nel corso dei secoli, le tipologie di coltivazioni, la costruzione di canali, la bonifica, eventi naturali avversi come inondazioni, ecc.;

• lo sviluppo della farmaceutica e della medicina, con ricettari e registri puntuali sui rimedi effettivamente utilizzati per curare le persone prive di mezzi propri in città (materiale particolarmente utile, data la perdita dell’Archivio dell’Ospedale della Misericordia);

• la gestione di varie emergenze sociali e sanitarie a Parma (come la prima vaccinazione di massa in epoca napoleonica, le diverse epidemie di colera che si susseguirono dal 1836 fino al principio del Novecento, l’inondazione dell’Oltretorrente nel 1868, le prime vaccinazioni antidifteriche di inizio Novecento, ecc.);

• la gestione della sanità a Parma in ambito extra-ospedaliero, con esperienze pionieristiche dal Cinquecento in avanti, le esemplari forme di assistenza strutturate nel Settecento e l’avvio del primo formale servizio sanitario territoriale, che fino alla nascita del Servizio nazionale e delle Aziende sanitarie, a Parma venne interamente organizzato, gestito e sostenuto dalla Congregazione di Carità (allora ribattezzata Congregazione di San Filippo Neri);

• provvedimenti di carattere economico, quali iniziative per rendere sostenibile l’assistenza sanitaria e sociale e registri sul numero e qualità di persone che se ne avvantaggiarono nel corso del tempo;

• lo sviluppo urbano della città e di luoghi ed oggetti di particolare interesse storico artistico (a mero titolo esemplificativo, mancando ancora una reale conoscenza delle carte esistenti: lo sviluppo dell’area di Palazzo San Tiburzio e del fu adiacente Collegio dei Nobili; lo sviluppo di altre aree su cui insistevano proprietà della Congregazione di Carità in città, ma anche in circa 80 località della provincia: la documentazione sull’ex oratorio di San Tiburzio dalla metà dell’800 in poi; carte inerenti artisti quali Paolo Toschi, Antonio Galli da Bibbiena e tutto il patrimonio artistico della collezione Stuard);

• vicende generali della storia locale, con una gran quantità di documenti legati a molte famiglie nobiliari, bolle papali, atti e corrispondenza con Casa Farnese, Casa Borbone, i governanti francesi del periodo napoleonico, il governo di Maria Luigia, le autorità italiane dallo scioglimento del Ducato in poi, oltre ovviamente che tutto il materiale inerente alla storia specifica della stessa Congregazione di Carità.

Inoltre, l’Archivio di Carità possiede

• una piccola raccolta di farmacopee a stampa;

• una inedita raccolta di mappe settecentesche di grande formato disegnate da Gian Pietro Sardi (autore del famoso primo Atlante topografico di Parma);

• un’ampia raccolta di mappe ottocentesche di varie località del parmense;

• numerosissime lettere di cittadini di ogni ceto sociale che studiate potrebbero offrire punti di vista nuovi sulla vita delle persone comuni nelle diverse epoche;

• l’archivio dell’Associazione degli enti autarchici del periodo fascista (che ebbe sede presso la Congregazione di San Filippo Neri).

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