ASP gestisce il serivio di Co-Housing, ossia l’accoglienza di famiglie monogenitoriali e di persone neo maggiorenni, garantendo la cura e la manutenzione ordinaria della struttura, oltre alla pulizia delle parti comuni.
Fin dal suo esordio il progetto di accoglienza si orienta allo sviluppo dell'autonomia della donna accolta, sia come persona che come nucleo monogenitoriale, con la necessità di creare un clima e una relazione fiduciaria con il team di lavoro che permettesse alle adulte di “mostrare le loro fragilità”, per poi poter ripensare le strategie di sopravvivenza che spesso hanno segnato le loro storie di vita, per accompagnarle verso una reale autonomia sociale e personale.
L’affiancamento alla persona accolta avviene con “intensità” variabile, in base alle fasi del progetto individualizzato, focalizzandosi su diversi aspetti: sanitario per la cura di sé e dei propri figli, burocratico e nei rapporti con le diverse agenzie educative, finanziarie e del lavoro.
La relazione individuale tra l'operatore e il nucleo accolto si basa su un aiuto attivo, quindi su un accompagnamento nelle azioni, soprattutto di relazione con la comunità sociale e istituzionale, nella quale la persona viene sostenuta nell'esprimere il bisogno e nell'attivarsi per trovare le risorse.
Due sono i progetti di Co-Housing "Ca' Pescina Mora" e "All'ombra della Certosa" e altrettante le strutture dedicate a questo servizio che si trovano alla periferia di Parma, in via Martinella e in Via Scola.
Durante la fase dell’emergenza sanitaria sono stati elaborati protocolli per la convivenza in sicurezza delle famiglie; le operatrici dedicate hanno supportato, in presenza, le famiglie e i minori nel periodo di lockdown con un importante intervento educativo e relazionale che ha consentito di mantenere un buon clima all’interno delle case, oltre ad un contatto costante con le scuole anche per il reperimento del materiale informatico necessario alla continuità scolastica dei minori accolti.
Asp garantisce con la propria équipe multi-professionale:
• La predisposizione di un progetto di convivenza da costruire con i nuclei familiari accolti nel quale saranno esplicitati la modalità̀ di gestione comune della casa e gli impegni che ogni nucleo si assume nel periodo di accoglienza. Il progetto di convivenza complessivo sarà rivisto ad ogni nuovo ingresso per renderlo realmente partecipato ed adeguato ai bisogni/possibilità̀dei nuclei accolti;
• La predisposizione di un progetto di vita concordato con la donna accolta e il servizio sociale inviante in cui vengono declinati gli obiettivi, i risultati, le azioni e le responsabilità̀, i tempi di verifica e di conclusione;
• Il supporto ai nuclei famigliari orientato alla costruzione dell’esperienza di autonomia, in riferimento ai compiti di cura e delle attività̀ quotidiane attraverso la costruzione di percorsi di formazione, di ricerca lavoro e abitativa;
• Attività̀ di ascolto e di supporto attraverso la costituzione di un gruppo di auto-muto-aiuto delle donne accolte che può̀ essere partecipato da altre donne che vivono esperienze simili esperienze simili di costruzione di percorsi di autonomia e di superamento di difficoltà legate alle cosiddette dipendenze affettive, con la presenza di un facilitatore;
• Attivazione, in collaborazione con i servizi comunali preposti, di famiglie d’appoggio per sostenere l’integrazione sociale dei nucleie per il raggiungimento di obiettivi specifici.
I nuclei sono proposti e segnalati dal Comune e concordato con ASP l’adeguatezza dell’ipotesi di inserimento, in relazione alle dinamiche relazionali e alle altre persone inserite. L’accoglienza delle famiglie è valutata sulla base delle seguenti dimensioni di fragilità: - Reti familiari e sociali esili; - Disoccupazione o occupazioni precarie o non conciliabili con il lavoro di cura; - Mancanza di abitazione; - Relazioni familiari critiche (abbandoni, separazioni, maltrattamenti) in fase acuta; - Fragilità emotiva di fronte alle difficoltà.