Il Palazzo, sede fin dal 1588 della Congregazione della Carità fondata agli inizi del ‘500 ed intitolata a San Filippo Neri dal 1622, nella sua forma complessiva è databile intorno alla metà del XVIII secolo; sviluppatosi sul sedime dell’ex convento delle Monache Convertire, rappresenta nell’apparato decorativo della facciata, opera dell’architetto Pancrazio Soncini, un significativo esempio di linguaggio eclettico-liberty della seconda metà dell’Ottocento e conserva al suo interno interessanti apparati decorativi e arredi settecenteschi. Il palazzo, a due piani fuori terra oltre al sottotetto e al seminterrato, si sviluppa attorno a tre cortili interni: due che si aprono lungo l’androne d’ingresso ed il terzo, visibile dall’ex-farmacia, nell’impianto settecentesco adibito a giardino. La facciata è caratterizzata da fascia marcapiano e marcadavanzale al piano primo, e da due ampie modanature rettangolari con rosoni circolari inscritti che definiscono verticalmente il modulo centrale, con sei assi di aperture e grande portone di accesso centinato, rispetto ai due moduli laterali, a due assi di aperture.
L’Antica Farmacia di San Filippo Neri si trova a Parma in Palazzo San Tiburzio, nell'antica sede della Congregazione della Carità, fondata nei primi anni del Cinquecento dal frate francescano minore Francesco da Meda. La Congregazione dopo la sua fondazione crebbe nel tempo prendendosi cura delle giovani madri, delle ragazze senza mezzi, fornendo aiuto a carcerati, garantendo sostegno economico alle famiglie indigenti. Particolare attenzione fu dedicata all’assistenza sanitaria creando il primo servizio sanitario territoriale di Parma. I medici della Congregazione della Carità effettuavano regolarmente visite, divisi per quartiere, dopo che i congregati andavano di porta in porta chiedendo se le famiglie avevano bisogno di assistenza, e mandando poi i loro medici. Il servizio di farmacia, fino a meno di un secolo fa, infatti, forniva medicinali gratuiti a chi aveva bisogno di cure e assistenza sanitaria, prima dell'arrivo del sistema sanitario nazionale.
L'oratorio di San Tiburzio è un esempio significativo di barocco parmense, realizzato dall'architetto Adalberto Dalla Nave nel 1722 e completato con aggiunte dell'architetto Pancrazio Soncini un secolo e mezzo più tardi.
Secondo la tradizione, in questo luogo nel V secolo era stata edificata la prima chiesa cristiana di Parma, intitolata a Maria Santissima, al posto di un ancor più antico tempio pagano dedicato a Marte o a Giunone. Alcuni storici locali identificavano San Tiburzio con la prima cattedrale di Parma.
Nel 1230 la chiesa era parrocchia, poi entrò a far parte dei beni del monastero benedettino di San Giovanni evangelista e quindi passò alle convertite francescane (ex meretrici che abbandonavano la strada diventando monache, strutturate nel terzo ordine), che la ridedicarono ai martiri Tiburzio e Susanna e la ricostruirono una prima volta nella seconda metà del Cinquecento (probabilmente una semplice struttura a tre navate con tetto a doppio spiovente) e poi all'inizio del Settecento nelle forme attuali.
L’area occupata dall’archivio storico della Carità occupa per intero il primo piano dell’ala est di Palazzo San Tiburzio. L’edificio è stato costruito in più fasi a partire dal 1588, quando la Congregazione di Carità acquistò l’area da un Marco Antonio Tagliaferri Bajardi .
L’archivio si compone di due zone marcatamente distinte:
1. la sala antica;
2. cinque stanze più piccole moderne.
L’archivio in questione è frutto di un’attività ininterrottamente proseguita nel corso di oltre 500 anni dalla Congregazione di Carità, divenuta poi Congregazione di San Filippo Neri, quindi IRAIA ed oggi ASP di Parma.
La Congregazione venne fondata nell’anno 1500 da un gruppo di notabili locali, riunito dal minore francescano Maria da Meda. Meglio organizzata ed orientata nelle sue attività da san Pietro Favre (a Parma nel 1539, un anno prima del formale riconoscimento della compagnia dei Gesuiti di cui era parte), dal XVI a tutto il XIX secolo la Congregazione gestì una serie di iniziative caritatevoli, soprattutto in ambito sanitario domiciliare, mettendo a frutto un vasto patrimonio di terre cumulato nei secoli attraverso lasciti e donazioni.