Antica Farmacia San Filippo Neri

ALBUM ANTICA FARMACIA    EVENTI 

Esattamente nel centro di Parma, in vicolo San Tiburzio, sta un luogo poco conosciuto ma di grande fascino, l’Antica Farmacia San Filippo Neri, o Spezieria di Carità, un laboratorio galenico che,  forse proprio perché rimasto finora ai margini dei circuiti di visita, si è conservato integro nella struttura originale del 1789.

Il segno distintivo di Antica Farmacia San Filippo Neri è un pellicano che nutre i suoi piccoli: anticamente si riteneva che per nutrire i piccoli il pellicano si strappasse la propria carne dal petto: è in effetti l’impressione che si ricava vedendolo premere il becco sul proprio petto per farne uscire il cibo.
Per questo il pellicano è divenuto simbolo dell’amore materno e più in generale dell’amore verso il prossimo, ma anche di altruismo, carità e sacrificio, da sempre i valori della Congregazione e dell’Antica Farmacia che luogo di testimonianza della forte sensibilità sociale e delle forme concrete di solidarietà espresse dalla città di Parma

Questo spazio può essere assunto a simbolo di una storia tanto significativa quanto ancora troppo poco nota, sia al grande pubblico che agli specialisti, la storia della Congregazione di Carità, storia lunga 500 anni. Parma è stata spesso vista come città innovativa e l'ambito della cura alla persona è uno di quelli in cui, in più epoche, ha espresso tale capacità. La Spezieria di Carità e i locali intorno sono stati il luogo di maggior sperimentazione nel settore del welfare a Parma in Età moderna.

È qui, fra gli scaffali di legno scuro, gli strumenti chimici e medici, le vetrerie e i barattoli con sostanze e preparati antichi, i ricettari a stampa e manoscritti, che si può ripercorrere passo passo lo sviluppo dell'assistenza e della farmaceutica dal XVII al XX secolo.

Il valore del luogo non sta solo nella seduzione evocativa che sempre emana, ma soprattutto nella vicenda che può narrare. Proprio sopra alla Spezieria sta l’Archivio della Congregazione – nell'allestimento di primo Ottocento – che conserva una quantità eccezionale di carte mai studiate, se non parzialmente e superficialmente. È lì che si conserva testimonianza della capacità di Parma di innovare in ambito sociale.

Al mondo che ruotava attorno alla Spezieria, abitato da esponenti delle maggiori famiglie del Ducato, è stato a lungo assegnato il compito di prendersi cura delle persone più bisognose, compito assolto con un'efficienza che non trova uguali ed in forme via via sempre più ampie ed organizzate.

Le attività svolte in Vicolo San Tiburzio rappresentano innovazioni sperimentate con successo dalla Congregazione. I prodotti della Spezieria di Carità non furono mai venduti ma solo regalati, riservati ai poveri, che già nel '500 e fino a inizio '900 venivano assiduamente curati nelle loro case dai medici appositamente assunti dalla Congregazione, secoli prima dell'introduzione ufficiale del servizio domiciliare. Per sostenere economicamente questa attività, gli speziali e i medici furono costretti a elaborare ricette che escludevano sostanze preziose, ed inventarono così i farmaci generici. Le prescrizioni degli stessi medici erano poi monitorate con metodi statistici, introducendo sempre ante litteram il concetto di “cura appropriata”. Circa cento anni fa quando il Regno d'Italia stabilì che i Comuni dovessero assumersi la responsabilità della salute dei loro cittadini non abbienti, fu sempre attorno a questa Spezieria che nacque il primo servizio sanitario territoriale a Parma, centro specialistico di una rete di ambulatori di quartiere. Di nuovo da qui vennero affrontate molte delle emergenze che la città ha superato, quali le epidemie di vaiolo, di colera o la grande alluvione del 1868. Tutto questo funzionò con utilità ed efficacia in ogni tempo, come provano diplomi e lettere dei Farnese, poi dei Borbone, dei governanti francesi, di Maria Luigia e dei Savoia tuttora conservati presso lo stesso Archivio della Carità, coi quali si tutelava esistenza ed autonomia della Congregazione, tanto che a inizio '800 l'ente parmigiano divenne modello per altri analoghi in varie città italiane.

Il recupero della storia dell’Antica Farmacia e della Congregazione che la creò e che la gestì è ancora nella fase di partenza. L'Archivio di Carità è sostanzialmente vergine, fino ad oggi sorprendentemente ignorato dalla storiografia locale, nonostante la ricchezza, varietà ed ampiezza del materiale che conserva (la sola sala maggiore contiene circa 400.000 documenti dal '200 al primo '900). Allo stesso modo, è solo negli ultimi due anni che la Spezieria è stata oggetto di iniziative tese a divulgarne il valore storico ed il ruolo ricoperto nella storia locale e dello stato sociale in generale.

Proseguire nel lavoro di recupero di tale memoria non sarà un'opera fine a se stessa. Servirà invece a completare l'immagine che abbiamo di noi attraverso la riscoperta delle nostre radici. La Spezieria di Carità esprime una “cultura della cura”, cultura di solidarietà, di comunità e di attenzione ad ogni persona che è parte fondamentale del dna di Parma – e non solo – ignorando la quale deformiamo la nostra identità. Un'epopea da riscoprire per trovare nell'esperienza solidale di ieri stimoli e modelli utili a proseguire oggi – tempo così avaro di punti di riferimento – nella stessa direzione, per non disperdere un'eredità che ha aiutato la comunità locale a migliorarsi e superare molti momenti di crisi.

    Allegati

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    Storia Antica Farmacia e Congregazione
  • 1,73 MB -
    Il Domenicale su San Filippo Neri
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