È passato il primo anno. Il nostro percorso non è stato sempre facile. Accogliere 8 ragazzi, lontani dalle loro famiglie e dal loro paese, è stata una sfida tanto grande quanto preziosa. Affrontiamo ogni giorno il difficile compito di accompagnarli verso l’autonomia, aiutandoli a gestire i loro impegni, a orientarsi in un nuovo mondo e a trovare un equilibrio tra le responsabilità e la voglia di essere adolescenti. Abbiamo costruito e, talvolta, dovuto rivedere le regole della nostra casa, adattandole alle esigenze di chi la abita e imparando insieme, passo dopo passo, come rendere questo spazio il più accogliente possibile. Non sono mancati i conflitti – come accade in ogni famiglia – ma abbiamo sempre cercato di gestirli con dialogo e comprensione, affrontando insieme le difficoltà implicite nello stare a stretto contatto, con storie diverse e vissuti complicati. Per questi ragazzi, che si trovano a vivere in un posto lontano da casa, abbiamo cercato di costruire una nuova casa. Non solo un tetto, ma un luogo dove potessero sentirsi al sicuro, ascoltati e sostenuti, dove ogni difficoltà fosse un’opportunità per crescere. Non sempre ci siamo riusciti, e non sempre ci riusciremo. Oggi, guardando indietro a questo primo anno, vediamo quanto sia stato complesso e, al tempo stesso, quanto sia stato pieno di soddisfazioni, e vogliamo ringraziare i ragazzi che ci danno l’opportunità di rivedere ogni giorno i nostri schemi, e ringraziare i nostri partner che sono anche intervenuti al compleanno. CIAC Onlus, Il Comune di Parma, La Comunità di Sant’Egidio, il CIOFS, i colleghi della comunità l’Alveare, le associazioni sportive tra cui Il Parma Calcio 1913, A.S.D. La Paz, A.S.D. San Leo, U.P. Virtus, G.S. Felino, il parroco di Porporano, i nostri vicini di casa con particolare riguardo per il sig. Luciano Carpi. Tutto questo è stato possibile grazie al contributo di queste associazioni e persone che hanno donato una presenza costante.
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