L'anziano è una ricchezza sociale il cui racconto è seguito da un ascolto attento e professionale, che dà un nuovo senso alle sue parole fatte di spessore e insegnamenti diventando poi una risorsa vera e propria, uno scrigno di inestimabile valore culturale.
In occasione della "Giornata della Memoria", ci teniamo a condividere alcuni dei racconti trasmessi dagli ospiti dei Lecci.
LA MEMORIA DI LIA: "Non conoscevo ebrei ma in casa sapevamo tutto delle leggi razziali e si parlava anche del fascismo. Il parroco e la maestra, due figure di grande rilievo e di potere nel mio paese, erano fascisti e noi tutti a scuola, con il grembiulino nero, cantavamo "Giovinezza" col braccio destro alzato. La tragedia della guerra la associo ad un ricordo molto vivido riguardante i miei vicini di casa. Due fratelli, divisi dalla fede politica, erano arrivati dopo tanti conflitti a spararsi: uno è morto e l'altro è finito in prigione per la vita. Mi rivedo ancora alla finestra tremante di paura, e mio padre in ginocchio sulla soglia della loro casa vicino al corpo dell'uomo morente."
LA MEMORIA DI ANTONIO: "Abitavo vicino alla famiglia Cervi, eravamo tutti amici. Improvvisamente, sei dei fratelli si nascosero in montagna tranne uno, Aldo, che era sempre in casa. La notte dell'agguato, il 28 dicembre 1943, tutti abbiamo sospettato che una spia avesse parlato visto che i ragazzi erano straordinariamente riuniti in famiglia. Non avrebbero dovuto essere lì!!! Sento ancora il rumore degli spari! Tutt'oggi ogni rumore forte mi inquieta."
Ringraziamo Lia e Antonio, che hanno voluto condividere con noi un racconto per loro significativo.
La storia non è il passato, è il presente.
Portiamo con noi la nostra storia.
Siamo noi la nostra storia.